Room 4
Scultore del XII secolo
Sarcofago di sant’Isacco
Pietra calcarea, cm. 72x215x76
Provenienza: Spoleto, dalla chiesa di S. Giuliano sul Monteluco
Grande sarcofago a vasca ornato sulla fronte da un clipeo con il Redentore benedicente a mezza figura, attorniato dagli emblemi dei quattro Evangelisti; sulla sinistra è la Vergine che compie un gesto di intercessione, seguita da un monaco (S. Isacco?) e da un uomo in abito apostolico; sulla destra è un secondo monaco (S. Marziale?), seguita da un uomo in abito apostolico e da un vescovo. Il fregio è chiuso alle estremità da due telamoni barbuti; sopra e sotto corrono festoni a treccia. Il sarcofago apparteneva alla chiesa di S. Giuliano sul Monteluco, che fu fondata verso il 528 dall’eremita Isacco di Antiochia su ispirazione della Vergine con il fine di accogliervi quanti desideravano far vita religiosa eremitica, secondo quanto racconta san Gregorio Magno nei suoi Dialogi. Nel XII secolo la chiesa fu ricostruita nelle forme odierne e il corpo del santo fondatore fu deposto all’interno di questo sarcofago. Nel 1502 Alessandro VI soppresse il monastero e le reliquie di sant’Isacco furono traslate all’interno delle mura di Spoleto. Rimasto oramai vuoto, il sarcofago fu venduto nel 1810 ad un muratore di Spoleto che lo utilizzò come vasca per l’acqua. Nel 1902 fu illegalmente posto in vendita a Roma, ma grazie all’interessamento di Giuseppe Sordini l’anno seguente lo Stato lo acquistava per la Pinacoteca di Spoleto (D’Angela, 1981). Il sarcofago è opera di un robusto scultore romanico che fa ampio sfoggio di citazioni archeologiche.
Scultore dell’ultimo quarto del XV secolo
Sarcofago del beato Gregorio
Marmo bianco, cm. 50x211x68
Provenienza: Spoleto, cattedrale di S. Maria Assunta
Iscrizioni: · SERVUS · DEI · / GREGORIUS · SPOL/ETANUS · IN MONTI/SLUCI · HEREMO · CE/LIBEM · VITAM · PERA/GENS · DIERUM · AC · SA/NCTIMONIAE · PLEN/US · MIGRAVIT · AD D/OMINUM · SIGNIS ATQUE · / MIRACULIS · CORUS/CANS · ASSIDUIS ·
Il sarcofago è entrato nel Museo Civico l’anno 1910 dalla Cattedrale di Spoleto, al cui interno era collocato in un magazzino dopo essere stato rimosso dalla navata destra con la ricostruzione tardosettecentesca dell’altare del beato Gregorio. Nella visita della Cattedrale del vescovo Giacinto Lascaris (1712) il sarcofago è ancora descritto al suo posto: «La terza cappella s’intitola del Beato Gregorio. Il di lei altare è formato da una cassa di marmo lavorata con varie figure e fogliami, entro la quale riposa il corpo del beato Gregorio (…) Sopra et in faccia all’altare vi è un quadro in tavola, quale rappresenta le imagini della Beata Vergine col Bambino in braccio, di s. Clemente e del beato Gregorio». Il defunto era un eremita della montagna di Spoleto, vissuto nel XIII secolo e originario di San Brizio; il suo nome è legato ad un pellegrinaggio in terrasanta e alla reliquia del chiodo della passione che ne riportò . La cappella che ne ospitò i resti in Cattedrale ( la sua sepoltura lì è documentata nel 1348) fu oggetto di ingenti lavori decorativi negli anni 1486-88; negli stessi anni fu probabilmente eseguita la cassa in marmo scolpita, sulla cui fronte è raffigurato il miracoloso colloquio dell’eremita con un angelo, ambientato in un paesaggio boscoso accanto ad una cella con un altare esterno.